I tassi possono stabilizzarsi per poi scendere. Gli esperti prevedono oro di nuovo in ascesa
L’attuale momento visto da alcuni esperti in relazione all’andamento del mercato dell’oro. Sopra tutto c’è` attenzione all’inflazione ancora a livelli elevati. «Mentre ci avviciniamo al picco dei tassi di interesse, ci aspettiamo che l’oro continuerà a brillare nel corso dell’anno – dice James Luke, Fund Manager, Metals, Schroders -. I prezzi dovrebbero rimanere elevati per il resto del 2023, e crediamo anche che sia altamente probabile che l’oro tocchi nuovi massimi storici». Per l’esperto, questo aspetto potrebbe avere implicazioni significative per le azioni aurifere, che di solito vengono valutate utilizzando un prezzo a lungo termine inferiore, di solito intorno a 1.650-1.700 dollari l’oncia. Il risultato è che con il mercato sempre più convinto che i prezzi dell’oro possano restare elevati per un periodo lungo.
Cosa inciderà su questo andamento? «Se si profila una recessione negli Stati Uniti, le banche centrali potrebbero essere costrette ad allentare la politica monetaria prima di quanto avrebbero fatto in cicli precedenti e prima che l’inflazione di base sia realmente sotto controllo – dice l’esperto -. Il che potrebbe significare che l’inflazione diventerebbe strutturalmente più radicata. Dal nostro punto di vista, i tassi di interesse reali diminuiranno, il che dovrebbe essere positivo per l’oro».
C’è però anche un altro punto. «Nell’attuale contesto macroeconomico, riteniamo che l’argomento chiave a favore dell’oro dovrebbe ruotare più attorno alla “normalizzazione” generale della politica monetaria, piuttosto che ad una relazione molto specifica tra il prezzo dell’oro e i tassi di interesse o il dollaro statunitense – sostiene Luke -. Se si ritiene che la Federal Reserve possa attuare una vera normalizzazione della politica monetaria, allora le prospettive per l’oro non si rivelano particolarmente rosee. Per “normalizzazione” intendiamo il ritorno a un mondo in cui i normali cicli di business sono regolati solo dalla politica monetaria e non vi è bisogno che le banche centrali ricorrano al quantitative easing (Qe) o che i governi adottino politiche fiscali aggressive per sostenere la crescita».
Come orientarsi? «Tutto ciò ci sembra davvero improbabile – dice l’esperto -. I policymaker si trovano davanti a numerose pressioni macroeconomiche, ma ad emergere sono, in particolare, la situazione attuale delle finanze pubbliche degli Stati Uniti e i livelli molto elevati di debito. È possibile che queste pressioni facciano sì che una risposta politica “normale” al prossimo periodo di recessione non sia sufficiente e che si sia costretti a tornare verso misure non convenzionali (come la monetizzazione diretta del debito, la ripresa del quantitative easing, programmi fiscali diretti). Tale contesto potrebbe essere molto più favorevole per l’oro».
Per Joe Foster, Portfolio Manager, strategia sull’Oro di VanEck l’oro potrebbe raggiungere nuovi massimi nei prossimi mesi. «Il picco dell’oro sembra ancora raggiungibile – dice l’esperto -. Sembra si stia formando una nuova base per l’oro, con un livello intorno ai 1.900 dollari e una media di 1.933 dollari l’oncia da inizio anno. La quotazione è rimasta costantemente al di sopra di 1.900 dollari per un periodo senza precedenti. L’oro sta mostrando una certa resilienza, nonostante l’andamento positivo del mercato azionario e la recente forza del dollaro americano. I deflussi registrati dagli Etp su oro fisico si sono attenuati quest’anno e gli afflussi netti, seppur modesti, hanno portato a un aumento delle posizioni da inizio anno».