La BCE taglia i tassi, buone notizie per l’oro fisico
La Banca Centrale Europea, dopo nove rialzi consecutivi, taglia i tassi d’interesse di 25 punti base (0.25 per cento). Il Consiglio direttivo BCE ha spiegato che la La decisione è stata presa “sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”.
Il tasso di rifinanziamento principale scende quindi al 4,25 per cento, il tasso di rifinanziamento marginale al 4,50 per cento e il tasso di deposito al 3,75 per cento
Si tratta di una decisione attesa, malgrado la BCE alzi la stima dell’inflazione nell’area Euro per il 2024, che viene fissata al 2,5%, in crescita di uno 0,2% rispetto alle precedenti previsioni, mentre rimane all’1,9 per cento per il 2026.
Per le prossime decisioni sui tassi la Bce si baserà “sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”. Lo rende noto il Consiglio direttivo al termine della riunione.
Investimenti in oro fisico favoriti. Da sempre, quando il denaro costa meno ed i tassi d’interesse vanno verso una riduzione, gli investimenti alternativi ai titoli pubblici vedono prospettive rosee. È il caso degli investimenti in oro fisico che vengono così ad essere favoriti nelle prospettive.
La Banca centrale europea ha ritoccato al rialzo la previsione di crescita economica per l’eurozona di quest’anno e limato quella sul prossimo: ora prevede una espansione dello 0,9% quest’anno, cui dovrebbe seguire un 1,4% nel 2025 e un 1,6% nel 2026. Lo scorso marzo i tecnici della Bce prevedevano una crescita 2024 allo 0,6% e poi 1,5% il prossimo anno e un 1,6 per cento nel 2026.
L’inflazione piegata, ma non battuta. L’aumento complessivo di 450 punti base attuato da Francoforte tra il luglio 2022 e il settembre 2023 ha contribuito a far scendere il tasso d’inflazione complessiva dell’Eurozona dal picco del 10,6% dell’ottobre 2022 al 2,6% del maggio 2024. A marzo la Presidente Christine Lagarde aveva indicato che entro giugno sarebbero stati disponibili dati più chiari e sufficienti. Sembra che quel momento sia arrivato.
Sebbene l’inflazione non abbia ancora raggiunto completamente l’obiettivo del 2%, la sua sostanziale diminuzione segnala una tendenza al ribasso che dovrebbe persistere nei prossimi mesi. Secondo le ultime proiezioni della Bce del marzo 2024, il tasso medio di inflazione dovrebbe scendere al 2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Per quanto riguarda l’inflazione di fondo, che esclude i prezzi dell’energia e degli alimenti, le proiezioni la vedono al 2,1% per il 2025 e al 2,0% per il 2026.
Il taglio di 25 punti base continuerà inoltre a mantenere positivi i tassi d’interesse reali, poiché i tassi nominali rimarranno al di sopra dell’attuale tasso d’inflazione. Pertanto, indica una riduzione del grado di restrittività della politica monetaria, piuttosto che una più ampia normalizzazione.
L’aumento e l’elevato costo dei prestiti ha creato un rallentamento della crescita economica del blocco, contenendo la domanda e frenando le pressioni sui prezzi.
Mentre l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,3% nel primo trimestre del 2024, i due trimestri precedenti sono stati entrambi caratterizzati da una contrazione dello 0,1 per cento. Il secondo trimestre del 2023 ha registrato una lieve crescita dello 0,1 per cento, mentre il primo trimestre del 2023 e l’ultimo del 2022 hanno visto una stagnazione.
Incertezza sulla politica monetaria del futuro. Le recenti osservazioni dei funzionari della Bce suggeriscono che non ci sarà alcun impegno preliminare a tagli futuri. Ciò significa che un ulteriore taglio dei tassi a luglio rimane incerto, poiché la Bce intende mantenere una certa flessibilità nelle sue decisioni e continuare a monitorare i dati economici. Ci si aspetta che Lagarde segnali ancora una volta che a luglio saranno disponibili maggiori informazioni per orientare la prossima decisione, con una chiarezza ancora maggiore attesa per settembre.
Le nuove proiezioni economiche di giugno potrebbero suggerire un leggero rialzo della crescita economica e dell’inflazione per il 2024, mantenendo invariata la previsione di inflazione al 2 per cento per il 2025.