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Acquisti record: in Cina una grande corsa all’oro. I “gialli” amano il “giallo”

È una vera e propria febbre dell’oro. I cinesi stanno battendo tutte le previsioni di acquisti e stanno dando vita ad una nuova stagione della febbre all’oro. Nei primi tre trimestri del 2023, secondo i dati del World Gold Council, le famiglie cinesi hanno acquistato 197 tonnellate tra lingotti e monete d’oro, un record storico e il 25% in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel solo terzo trimestre, la domanda “privata” è stata di 82 tonnellate, la più forte dal primo trimestre del 2021: ai livelli attuali, la domanda in rialzo del 16% su base annua e del 66% in termini di tonnellate d’oro. Che dire? l’oro è il bene rifugio per eccellenza: l’incertezza economica e la crisi immobiliare hanno sicuramente spaventato i cinesi. Ma questo è il “problema” minore.
Quello che fa riflettere è il ruolo-guida del governo cinese in questa impressionante corsa all’oro. La Banca centrale della Repubblica Popolare cinese ha conquistato infatti a fine ottobre scorso il titolo di maggiore acquirente d’oro a livello globale, aumentando le riserve auree di 78 tonnellate durante il trimestre. Dall’inizio dell’anno, la PBoC ha aumentato le riserve di lingotti di 181 tonnellate, portandole a 2.192 tonnellate d’oro (pari al 4% delle riserve valutarie totali).
Le conseguenze del cambio di rotta della Banca Centrale interessato direttamente gli Stati Uniti: Pechino è il primo investitore dei Titoli di Stato americani e all’aumento delle riserve auree corrisponde una progressiva diminuzione del debito Usa in portafoglio. Tra le altre conseguenze c’è da dire che altre Banche centrali stanno affiancando la Cina come la Russia di Putin e altri paesi asiatici. Tra gennaio e fine ottobre 2023, le banche centrali hanno fatto acquisti netti di lingotti d’oro per 800 tonnellate, il 14% in più su un anno fa e il livello più alto mai registrato in nove mesi.

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