Le Banche centrali allentano la presa, ora si pensa al taglio dei tassi

Come fa giustamente osservare il sito d’informazione finanziaria specializzata l’interconnessione tra i prezzi/randimenti di oro, dollaro e del prezzo dei Treasury. Quando il metallo prezioso si apprezzava, in quanto il mercato cercava sicurezze, il dollaro scendeva e cosí il rendimento dei Treasury (i titoli obbligazionari emessi dal Tesoro USA.

In questo momento, invece, si sta vivendo un’eccezione: la regola non esiste più perchè tutti e tre gli investimenti risultano in rialzo. Nell’ultima settimana, il prezzo dell’oro ha raggiunto nuovi massimi storici, in una improvvisa vampata rialzista; la spinta arriva in seguito alla nascita di una nuova minaccia geopolitica, con l’attacco a tre imbarcazioni commerciali nel Mar Rosso. Di fronte a questo non è stata evidenziata alcuna eccessiva vendita del dollaro, che ha invece messo a segno un aumento della domanda.

Come fanno notare gli esperti in questo momento si assiste all’aumento della domanda dei Treasury con la conseguente crescita del prezzo e calo dei rendimenti. Se tutto questo potrebbe sorprendere, potremmo però pensare che si è alla vigilia di quanto detto su questo blog da qualche settimana a questa parte: le Banche centrali dei Paesi sviluppato stanno in parte mollando la presa sul rigore in politica monetaria. Per paura di una grande recessione e perchè ormai sono almeno 36 mesi che la politica monetaria restrittiva vuole battere l’aumento dell’inflazione. Se si considerano le dichiarazioni di Bill Ackman, uno dei più grandi gestori di fondi americani che dai dati sugli swap, si evince la possibilità, pari all’80%, di un taglio dei tassi entro maggio. Ed è proprio sulla base di queste aspettative che i rendimenti si stanno contraendo. E per l’oro non sarà poi cosí male.

Articoli simili