Lo dice anche il Corriere: mettete oro in portafoglio che le quotazioni correranno

Noi da questo blog lo diciamo da tempo: attenzione all’euforia di borsa, occorre guardare ai fondamentali del sistema che iniziano a mostrare i primi segnali preoccupanti. Ora a dirlo è anche il @corrieredellasera nel servizio di Pieremilio Gadda. È ora di pensare anche in termini critici.

“Le blue chip dello S&P500, sembrano stonare con la traiettoria di un’economia che va rallentando” dice il giornalista di via Solferino. La stretta monetaria avanza e l’inflazione che diminuisce più lentamente del previsto possono compromettere il quadro dell’economia. Ne sono convinti sempre più analisti, e come anche in questo blog avete letto, il capo degli investimenti del più grande fondo obbligazionario globale, Pimco, ha dichiarato al Financial Times: «Mi sto preparando per un atterraggio più duro dell’economia».


 Dunque che fare? puntare sui titoli di stato a breve termine. Acquistare un po’ di oro, per diversificare e proteggersi da scenari estremi. Oppure parcheggiare un po’ di liquidità su un conto deposito ad alta remunerazione

Diversificare con l’oro che punta a duemila dollari

Negli ultimi 12 mesi, l’oro ha guadagnato circa 8 punti percentuali. È un dato sorprendente se si pensa che da marzo 2022 a oggi, la Fed ha alzato i tassi di riferimento di quasi 5. Un altro ritocco è atteso il 26 luglio. Perché stupisce? Perché l’aumento del costo del denaro, sulla carta, dovrebbe penalizzare il metallo giallo — che non stacca cedole — rendendo più attraenti, in termini relativi, le altre classi di attivo, come i bond. La resilienza dell’oro è un elemento interessante da sottolineare.

In questo blog avete letto che molte economie emergenti stanno pensando alla de-dollarizzazione e cioè di sganciarsi anche se gradualmente dal dollaro. E per farlo prendono in considerazione anche gli investimenti in oro. Alla domanda record di 1.078 tonnellate registrata nel 2022 dalle autorità monetarie, si sono aggiunte altre 228 tonnellate nel primo trimestre del 2023, calcola il World Gold Council: quasi tre volte la richiesta del gennaio-marzo di un anno fa. 

L’analisi tecnica, la disciplina che cerca di prevedere l’andamento futuro delle quotazioni attraverso lo studio dei grafici di mercato, può correre in aiuto. Se si dovesse superare la soglia psicologica dei 2.000 dollari — mancano un paio di punti percentuali — si aprirebbe la strada verso i massimi storici, toccati a 2.070 dollari. In area 1.900/1.950 dollari, invece, troviamo un supporto, un livello che sostiene le quotazioni. 

E poi c’è la copertura dai rischi anche geopolitico che è una minaccia serissima, non solo in Europa Orientale, ma anche in Asia. La futura discesa dei tassi, a sua volta — in reazione al deterioramento del quadro economico — potrebbe portare beneficio al metallo giallo. Il mercato, in questo momento, proietta l’inversione di marcia della Fed all’inizio del 2024.

Diversificare con l’oro che punta a duemila dollari

Negli ultimi 12 mesi, l’oro ha guadagnato circa 8 punti percentuali. È un dato sorprendente se si pensa che da marzo 2022 a oggi, la Fed ha alzato i tassi di riferimento di quasi 5. Un altro ritocco è atteso il 26 luglio. Perché stupisce? Perché l’aumento del costo del denaro, sulla carta, dovrebbe penalizzare il metallo giallo — che non stacca cedole — rendendo più attraenti, in termini relativi, le altre classi di attivo, come i bond. La resilienza dell’oro è un elemento interessante da sottolineare.

In questo blog avete letto che molte economie emergenti stanno pensando alla de-dollarizzazione e cioè di sganciarsi anche se gradualmente dal dollaro. E per farlo prendono in considerazione anche gli investimenti in oro. Alla domanda record di 1.078 tonnellate registrata nel 2022 dalle autorità monetarie, si sono aggiunte altre 228 tonnellate nel primo trimestre del 2023, calcola il World Gold Council: quasi tre volte la richiesta del gennaio-marzo di un anno fa. 

L’analisi tecnica, la disciplina che cerca di prevedere l’andamento futuro delle quotazioni attraverso lo studio dei grafici di mercato, può correre in aiuto. Se si dovesse superare la soglia psicologica dei 2.000 dollari — mancano un paio di punti percentuali — si aprirebbe la strada verso i massimi storici, toccati a 2.070 dollari. In area 1.900/1.950 dollari, invece, troviamo un supporto, un livello che sostiene le quotazioni. 

E poi c’è la copertura dai rischi anche geopolitico che è una minaccia serissima, non solo in Europa Orientale, ma anche in Asia. La futura discesa dei tassi, a sua volta — in reazione al deterioramento del quadro economico — potrebbe portare beneficio al metallo giallo. Il mercato, in questo momento, proietta l’inversione di marcia della Fed all’inizio del 2024.

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