Woman Holding Trump Keep America Great Again 2020 Banner
 | 

Oro ai massimi e se vince Trump. Analisi de Il Sole 24 Ore

Riporta il Sole 24 Ore che Go for Gold punta sull’oro. È il titolo del report di Goldman Sachs sulle materie prime. Non si potrebbe essere più espliciti. Il 2 settembre scorso, gli analisti della nota banca d’affari Usa indicavano quota 2.700 dollari l’oncia il livello che il metallo giallo potrebbe toccare a inizio 2025.

A fare da volano c’è l’imminente taglio dei tassi della Fed, considerato ormai scontato dopo i dati di mercoledì sul rallentamento dell’inflazione statunitense. C’è poi la funzione di protezione dell’oro da eventuali schock geopolitici, tariffe incluse: con la vittoria di Donald Trump, infatti, potrebbe ripartire la guerra dei dazi e quale porto è più sicuro del metallo aurifero?

Ottimismo dunque sull’oro che attualmente viaggia sopra i 2.500 dollari l’oncia: giovedì a New York ha superato la barriera di 2.580 dollari segnando un nuovo record. «Soltanto forti dati macroeconomici, in particolare dagli Stati Uniti, che indichino una crescita significativa o un miglioramento economico, potrebbero fermare la sua tendenza al rialzo», ha dichiarato Kelvin Wong, analista di mercato del broker Oanda sentito da Reuters. Ci sono infine gli analisti di Bofa Global Research che nel report sulle commodity del 5 settembre scorso non escludono la possibilità che l’oro possa toccare i 3mila dollari l’oncia.

Gli scenari sui metalli preziosi non possono però prescindere dalla Cina. È stata Pechino, con la sua banca centrale, a spingere sull’acceleratore degli acquisti. People’s Bank of China ha però smesso di comprare oro: a maggio, dopo 18 mesi di shopping aurifero, i banchieri di Pechino hanno detto stop. Il taglio dei tassi Usa fa sperare però nell’arrivo di mani occidentali sul metallo giallo: l’Ovest è stata «una componente largamente assente nel forte rally dell’oro osservato negli ultimi due anni», Goldman Sachs dixit.

Articoli simili