Tassi alti, ma quando inizia la discesa?
La BCE non vuole sentire niente altro che non sia una strategia per battere l’inflazione “prendendo il coro per le corna”. Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della Bce, ha infatti dichiarato di recente che potrebbe essere necessario un ulteriore aumento dei tassi di interesse per controllare l’inflazione al consumo. “Continuo a vedere rischi di inflazione in aumento, che devono essere attentamente monitorati. Se si materializzano, potrebbero essere necessari ulteriori strette sui tassi in futuro.” Notizie non buone quindi in arrivo. Ma alcuni esperti sostengono però che sarebbe stato raggiunto il picco e che questo potrebbe essere l’ultimo rialzo, per poi vedere la luce in fondo al tunnel nel 2024. Ma sarà vero?
Mutui, tassi mai così alti
Partiamo da un dato. Nel corso dell’ultimo trimestre la stragrande maggioranza sia dei mutui richiesti, sia di quelli erogati è stata a tasso fisso. E la spiegazione risiede proprio nel fatto che la BCE ha effettuato dieci rialzi consecutivi dei tassi ufficiali, portando il minimo al 4,5% contro lo zero di giugno dello scorso anno. Una situazione che ha creato problemi ai mutuatari della zona Euro che avevano scelto l’opzione variabile e che pertanto si sono ritrovati a fare i conti con una rata molto più consistente. Mai dalla nascita della moneta unica si era assistito a così tanti rialzi in così breve tempo.
Come riporta il Corriere della Sera, concentrandoci sui primi sei mesi dell’anno, le banche hanno erogato a chi acquista un immobile 9,5 miliardi di euro in meno rispetto al 2022. La cifra la si ricava dalla lettura dei primi due rapporti 2023 sul mercato residenziale dell’Agenzia delle Entrate, ed è legato al terremoto che il forte aumento dei tassi ha già causato. Tutto il calo delle transazioni registrato nel semestre è dovuto alla diminuzione degli acquisti assistiti da finanziamento ipotecario, al punto che oggi solo 42 operazioni su cento si effettuano grazie a un mutuo. Lo scorso anno erano 52.